Siti minori di Arte Rupestre
Ossimo, Edolo, Piancogno e Borno ospitano siti minori con Arte Rupestre camuna, incisioni preistoriche e testimonianze rituali dall’età del Rame all’età del Ferro.
Altri siti con Arte Rupestre
Ossimo
Il Parco Archeologico di Asinino-Anvòia
Un santuario megalitico dell’età del Rame (III millennio a.C.) sull’altopiano di Ossimo-Borno.
Nella zona sono note diverse aree di culto con allineamenti di stele e massi, attorno ai quali si svolgevano cerimonie e riti (Anvòia, Pat, Passagròp e Ceresolo di Malegno).
Percorrendo per circa 2 km la strada carreggiata che parte dalla Chiesa di San Rocco a Ossimo Inferiore, si arriva in automobile all’ingresso del parco in località Asinino.
Una serie di pannelli informativi illustra le campagne di scavo condotte nell’area di Anvòia da Francesco Fedele (Università Federico II di Napoli, scavi 1988-2003), nel corso delle quali sono stati ritrovati quattro massi, allineati secondo un orientamento nord-sud. Di questi, tre erano rivolti a est con le facce principali istoriate. Particolarmente importante il ritrovamento “in situ” di offerte votive, buche di palo e ammassi di ciottoli con presenza di resti di stele, forse rotte intenzionalmente.
Le raffigurazioni incise sulle superfici dei tre massi maggiori richiamano, in maniera molto stilizzata, volti umani; è possibile riconoscere linee parallele a forma di “U” o di “T”, triangoli sovrapposti, pendagli ad occhiale e collari. Solo sul monolite denominato “M3” sono presenti alcune raffigurazioni di pugnali a lama triangolare e pomo semilunato, di tipo “Remedello”(2800-2400 a.C.).
L’antico sito calcolitico è illustrato da un plastico che mostra come si presentava 4.500 anni fa e da riproduzioni in resina degli originali, rimossi per motivi conservativi.

Borno
Il Santuario megalitico di Valzel de Undine
Lungo il torrente Valzel de Undine, nella parte sudorientale di Borno, si estende un santuario all’aperto con monoliti istoriati nell’età del Rame, fondato nel IV mill. a.C. e perdurato per tutto il III mill. a.C., con riprese nell’età del Ferro fino alla romanizzazione.
Il santuario, sviluppato su un terrazzo di versante del Valzel sulla cui sponda erano probabilmente allineati i massi-menhir “Borno 1, 4, 5 e 6” (due dei quali rinvenuti appunto nell’alveo), rappresenta un contesto emblematico dell’arte rupestre camuna in quanto restituì nel 1953 la prima grande composizione monumentale camuna dell’età del Rame, il Masso “Borno 1”.
Proprio per la sua singolarità il masso, inciso in vari momenti su quattro lati con motivi simbolici, ornamenti, animali, armi, una scena d’aratura e antropomorfi, fu esposto a Milano nel 1962, prima in Piazza Duomo poi nel Museo Archeologico come simbolo dell’Arte rupestre della Valle Camonica”.
Ora “Borno 1” e gli altri 3 massi-menhir sono esposti nel sito archeologico, indagato e valorizzato grazie ad un progetto di ricerca promosso tra 2009 e 2013 da Comune, Regione e Soprintendenza per i Beni Archeologici. Lo scavo ha mostrato l’esistenza di piattaforme cerimoniali lungo il torrente, probabilmente in connessione coi monoliti, e alcune azioni rituali come l’accensione periodica di fuochi, i più antichi accesi all’epoca di fondazione del santuario nel primo quarto del IV mill. a.C., epoca cui si data la prima fase di istoriazione a macule e figure topografiche del lato 2 del masso “Borno 1”. “Borno 4, 5 e 6” Presentano composizioni unitarie: la figura solare, un’ascia, animali e tre pugnali su “Borno 4”; 2 pugnali affrontati su “Borno 5”; il motivo solare, la bandoliera e la serie di pugnali sui tre lati di “Borno 6”.
(ARTE RUPESTRE DELLA VALLE CAMONICA, Sagep Editori, 2015)

Piancogno
Il Percorso Archeologico dell’Annunciata
Il Percorso Archeologico dell’Annunciata valorizza un insieme di piccole pareti istoriate, già parzialmente individuate e documentate da A. Priuli agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso. Le porzioni incise, oltre una settantina, si trovano lungo tutto il versante che dal Santuario dell’Annunciata si sviluppa in direzione sud, a monte degli abitati di Piamborno e Cogno, in una fascia di costa montana compresa fra i 600 e gli 800 m s.l.m.
L’insieme si distingue nel panorama dell’arte rupestre della Valle Camonica per la tecnica di incisione adottata, quasi esclusivamente il graffito e il polissoir, e per la natura dei soggetti rappresentati – quali ad esempio le figure umane, alcune armi particolari e le iscrizioni in locale alfabeto preromano, un insieme che trova stringenti confronti archeologici in area camuna e centro-alpina e che permette di datare un buon numero di istoriazioni alla fi ne dell’età del Ferro, fra II e I secolo a.C. La singolare natura paesaggistica del luogo, un ripido pendio a mezza costa affacciato sulla porzione di fondovalle dove sorgerà la città romana di Cividate Camuno, dà l’impressione di trovarsi di fronte ad una sorta di grande santuario all’aperto, attivo e frequentato dagli abitanti della media valle mediante l’antica pratica dei segni sulla roccia.
(A. Marretta, 2015)

Edolo
L’area della Rocca Medievale a Mu e la località Plate de Icc
Nel territorio di Edolo sono note rocce con incisioni schematiche, prevalentemente coppelle, in nove località che nel 2011-2013 sono state oggetto di un progetto di ricognizione, documentazione e studio promosso da Comune, Soprintendenza Archeologia della Lombardia e Regione e svolto in collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze. Alcune delle rocce, tutte isolate, si distribuiscono lungo l’antica Via Valeriana, ma sono in particolare meritevoli di visita due località, ambedue nella Frazione Mù. La prima è l’area della Rocca medievale dove sono presenti alcune rocce con coppelle che segnano la storia millenaria del sito, dalla Preistoria al Medioevo. La seconda è la località Plate de Icc, un suggestivo terrazzo di versante con castagni secolari, dominante il fondovalle nel punto dove si diramano la risalita verso il Passo dell’Aprica e la Valtellina e il tratto finale dell’alta Valle Camonica. Qui si può osservare una piccola roccia con raffigurazioni topografiche del tardo Neolitico, confrontabili per tipologia con quelle dei siti d’arte rupestre del complesso collinare di Teglio in Valtellina. Scavi condotti nel sito ne hanno rilevato una successiva frequentazione nella seconda metà del I mill. a.C. (età del Ferro), quando l’area, forse per motivi rituali, viene interessata dall’accensione di fuochi, secondo una tradizione comune ai siti di culto e cerimoniali del IV e III mill. a.C. della Valle Camonica, rifrequentati nel corso del I mill. a.C.
(ARTE RUPESTRE DELLA VALLE CAMONICA, Sagep Editori, 2015)










