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Siti minori di arte rupestre

Edolo, Piancogno e Borno ospitano siti minori di arte rupestre camuna, con incisioni preistoriche e testimonianze rituali dall’età del Rame all’età del Ferro.

Edolo, Piancogno, Borno

Altri siti d’arte rupestre

Edolo

L’area della Rocca Medievale a Mu e la località Plate de Icc

Nel territorio di Edolo sono note rocce con incisioni schematiche, prevalentemente coppelle, in nove località che nel 2011-2013 sono state oggetto di un progetto di ricognizione, documentazione e studio promosso da Comune, Soprintendenza Archeologia della Lombardia e Regione e svolto in collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze. Alcune delle rocce, tutte isolate, si distribuiscono lungo l’antica Via Valeriana, ma sono in particolare meritevoli di visita due località, ambedue nella Frazione Mù. La prima è l’area della Rocca medievale dove sono presenti alcune rocce con coppelle che segnano la storia millenaria del sito, dalla Preistoria al Medioevo. La seconda è la località Plate de Icc, un suggestivo terrazzo di versante con castagni secolari, dominante il fondovalle nel punto dove si diramano la risalita verso il Passo dell’Aprica e la Valtellina e il tratto finale dell’alta Valle Camonica. Qui si può osservare una piccola roccia con raffigurazioni topografiche del tardo Neolitico, confrontabili per tipologia con quelle dei siti d’arte rupestre del complesso collinare di Teglio in Valtellina. Scavi condotti nel sito ne hanno rilevato una successiva frequentazione nella seconda metà del I mill. a.C. (età del Ferro), quando l’area, forse per motivi rituali, viene interessata dall’accensione di fuochi, secondo una tradizione comune ai siti di culto e cerimoniali del IV e III mill. a.C. della Valle Camonica, rifrequentati nel corso del I mill. a.C.

(ARTE RUPESTRE DELLA VALLE CAMONICA, Sagep Editori, 2015)

 

Edolo
Mù - Plate de Icc, via Monte Colmo – 25048 Edolo
+39 0364 773011

Piancogno

Percorso Archeologico dell’Annunciata

Il Percorso Archeologico dell’Annunciata valorizza un insieme di piccole pareti istoriate, già parzialmente individuate e documentate da A. Priuli agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso. Le porzioni incise, oltre una settantina, si trovano lungo tutto il versante che dal Santuario dell’Annunciata si sviluppa in direzione sud, a monte degli abitati di Piamborno e Cogno, in una fascia di costa montana compresa fra i 600 e gli 800 m s.l.m.

L’insieme si distingue nel panorama dell’arte rupestre della Valle Camonica per la tecnica di incisione adottata, quasi esclusivamente il graffito e il polissoir, e per la natura dei soggetti rappresentati – quali ad esempio le figure umane, alcune armi particolari e le iscrizioni in locale alfabeto preromano, un insieme che trova stringenti confronti archeologici in area camuna e centro-alpina e che permette di datare un buon numero di istoriazioni alla fi ne dell’età del Ferro, fra II e I secolo a.C. La singolare natura paesaggistica del luogo, un ripido pendio a mezza costa affacciato sulla porzione di fondovalle dove sorgerà la città romana di Cividate Camuno, dà l’impressione di trovarsi di fronte ad una sorta di grande santuario all’aperto, attivo e frequentato dagli abitanti della media valle mediante l’antica pratica dei segni sulla roccia.

(A. Marretta, 2015)

Piancogno
Santuario dell'Annunciata - Piazza San Francesco, 1 – 25052 Piancogno
+39 0364 364800

Borno

Santuario megalitico di Valzel de Undine

Lungo il torrente Valzel de Undine, nella parte sudorientale di Borno, si estende un santuario all’aperto con monoliti istoriati nell’età del Rame, fondato nel IV mill. a.C. e perdurato per tutto il III mill. a.C., con riprese nell’età del Ferro fino alla romanizzazione.

Il santuario, sviluppato su un terrazzo di versante del Valzel sulla cui sponda erano probabilmente allineati i massi-menhir “Borno 1, 4, 5 e 6” (due dei quali rinvenuti appunto nell’alveo), rappresenta un contesto emblematico dell’arte rupestre camuna in quanto restituì nel 1953 la prima grande composizione monumentale camuna dell’età del Rame, il Masso “Borno 1”.

Proprio per la sua singolarità il masso, inciso in vari momenti su quattro lati con motivi simbolici, ornamenti, animali, armi, una scena d’aratura e antropomorfi, fu esposto a Milano nel 1962, prima in Piazza Duomo poi nel Museo Archeologico come simbolo dell’Arte rupestre della Valle Camonica”.

Ora “Borno 1” e gli altri 3 massi-menhir sono esposti nel sito archeologico, indagato e valorizzato grazie ad un progetto di ricerca promosso tra 2009 e 2013 da Comune, Regione e Soprintendenza per i Beni Archeologici. Lo scavo ha mostrato l’esistenza di piattaforme cerimoniali lungo il torrente, probabilmente in connessione coi monoliti, e alcune azioni rituali come l’accensione periodica di fuochi, i più antichi accesi all’epoca di fondazione del santuario nel primo quarto del IV mill. a.C., epoca cui si data la prima fase di istoriazione a macule e figure topografiche del lato 2 del masso “Borno 1”. “Borno 4, 5 e 6” Presentano composizioni unitarie: la figura solare, un’ascia, animali e tre pugnali su “Borno 4”; 2 pugnali affrontati su “Borno 5”; il motivo solare, la bandoliera e la serie di pugnali sui tre lati di “Borno 6”.

(ARTE RUPESTRE DELLA VALLE CAMONICA, Sagep Editori, 2015)

 

Borno
Via Rocca – 25042 Borno
+39 0364 41000