i manifesti rupestri di lorenzo caffi affissi per le strade della valle camonica

Il progetto

Manifesto Rupestre è un progetto che costruisce la sua narrazione attraverso elementi dal forte impatto visivo e comunicativo per trasportarti alla scoperta della millenaria storia delle incisioni rupestri della Valle Camonica e dei suoi Parchi.

Protagonisti sono i segni incisi, figurativi o astratti, in un dialogo contemporaneo con il pubblico attraverso l’utilizzo di visual grafici, fotografici o collage e dai contenuti che stimolino la voglia di scoperta e conoscenza.

Le figure escono allo scoperto, emergono in panorami nuovi ponendo divertenti interrogativi. Una comunicazione visiva in grado di mostrare che esiste un modo diverso di presentare le incisioni rupestri, attraverso un linguaggio dei segni immerso nell’attualità e proiettato al domani.

un progetto di LORENZO CAFFI
www.lorenzocaffi.it

 

Le incisioni presenti in Valle Camonica sono state realizzate lungo un arco di tempo di oltre 13.000 anni, dalla fine del Paleolitico Superiore alla fine del I millennio a.C., quando si conclude il grande ciclo dell’arte camuna. La pratica di incidere le rocce tuttavia prosegue anche dopo la conquista della valle da parte dei Romani, giungendo fino all’epoca medievale e moderna.

Le raffigurazioni, incise talora con grande accuratezza, trattano aspetti della spiritualità e momenti della vita quotidiana degli antichi abitanti della Valle Camonica: spesso si tratta di veri e propri palinsesti, dove scene di culto e danze si affiancano o si sovrappongono a scene di agricoltura e scene di caccia, creando talora intrecci di immagini cariche di significato che gli archeologi, a distanza di tanto tempo, riescono a comprendere a volte con difficoltà.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il logo di Regione Lombardia ha visto la luce nel 1975. Nato per mano di un team di designer di tutto rispetto – Bob Noorda, Roberto Sambonet e Pino Tovaglia, coordinati da Bruno Munari – rappresenta una declinazione dell’incisione rupestre ricorrente sulle rocce della Valle Camonica che gli studiosi hanno sempre identificato come “rosa camuna”.

Il segno, moderno e duttile, è in grado di identificare non solo l’istituzione Regione Lombardia, ma anche la comunità e il suo territorio. La Rosa, che si presenta inclinata quasi fosse in rotazione, è la metafora di una terra che guarda al futuro e all’innovazione, è un segno-ponte tra il bagaglio culturale della sua antichissima storia e la meta verso cui tendere.

Nel 2015, in occasione di Expo2015, venne ristampata un’edizione speciale del volume Ricerca e progettazione di un simbolo a cura di Pietro Gasperini, con contenuti degli stessi Bob Noorda, Roberto Sambonet, Pino Tovaglia e prefazione di Bruno Munari (1977 © Zanichelli Editore), un volume – il terzo – facente parte della collana Quaderni di design diretta da Bruno Munari. Nella stessa occasione il Distretto Culturale di Valle Camonica pubblicò il volume La costruzione dei simboli. Il patrimonio culturale e l’identità visiva dei territori: progetti ed esperienze di comunicazione a cura di Sergio Cotti Piccinelli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ottomila anni. O T T O M I L A. Ci credereste? Tanto lungo è l’arco temporale nel corso del quale i Camuni hanno continuato a lasciare tracce e testimonianze di sé sulle rocce lisce e levigate immerse nella natura della Valle Camonica. Accanto alla prolifica e ipertrofica produzione di epoca preistorica – che abbraccia Epipaleolitico, Neolitico, Età del rame, Età del bronzo e Età del ferro – gli studiosi hanno rinvenuto incisioni rupestri risalenti all’epoca romana, al Medioevo, fino addirittura al XIX secolo.

Le figure si presentano a volte semplicemente sovrapposte senza ordine apparente, ma spesso invece appaiono in relazione logica tra loro, a illustrazione di un rito religioso o di una scena di caccia o di lotta; tale impostazione spiega lo schematismo delle immagini, ognuna delle quali è un ideogramma che rappresenta non tanto un oggetto reale, ma la sua “idea”.

Ancora agli inizi del secolo scorso, quando i primi archeologi e antropologi iniziarono a raggiungere Capo di Ponte per studiare l’arte rupestre, gli abitanti del luogo avevano la forte convinzione che quelle incisioni fossero il risultato delle lunghe ore di ozio e noia dei pastori che attraversavano la vallata con le loro greggi.

È anche per questo che in Valle Camonica, ancora oggi, le immagini delle incisioni rupestri vengono semplicemente chiamate “pitoti” (disegnetti, pupazzetti). Ma se in passato l’appellattivo avrebbe potuto sembrare sminuente, oggi è ammantato di fiera consapevolezza e tanto affetto, e i “pitoti” sono il punto di partenza di tante produzioni di arte contemporanea, dal fumetto/cartoon (come nei corti Camuni di Bruno Bozzetto e La Rosa dello Sciamano di Giorgio Bellasio e Guglielmo Fiamma) alla street-urban art del progetto Wall in Art.

 

Negli anni ’70 il professore e ricercatore Emmanuel Anati era già molto legato alla Valle Camonica, dove aveva fondato il Centro Camuno di Studi Preistorici di Capo di Ponte. Aveva anche contatti e legami con Parigi e con l’UNESCO e, notando che tra tutte le candidature presentate non c’era nessun sito dedicato all’arte rupestre con la sua capacità di raccontarci degli ultimi 50.000 anni di storia dell’uomo, propose di candidare la Valle Camonica.

Ben presto la Valle Camonica si trovò a contendersi il riconoscimento con altri importantissimi siti culturali italiani – tra cui i Fori Imperiali del Centro Storico di Roma e il Cenacolo di Leonardo Da Vinci – ma nell’ottobre del 1979, al Cairo, fu proprio lei ad avere la meglio e ad essere scelta e accettata dalla settantina di Paesi del forum che costituiva la commissione esaminatrice.

Era così diventata il 1° sito UNESCO d’Italia e il n.94 nel mondo.

Ecco qui la sua storia di come andò, dalla viva voce dei suoi protagonisti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Attualmente sono più di 300.000 le figure – animali, umane e simboliche – incise su migliaia di rocce lungo tutta la Valle Camonica. Rappresentano il più imponente complesso di arte rupestre dell’intera Europa e sono in grado di raccontare l’espressione della creatività dell’uomo attraverso i millenni.

Su queste rocce troviamo incisa l’evoluzione di un popolo nato da piccole tribù di nomadi cacciatori che scelsero questi sentieri inesplorati per costruirvi la propria civiltà e lasciare a noi gli elementi indelebili per comprenderne in qualche modo lo stile di vita e le credenze.

Questo ineguagliabile lascito di arte rupestre costituisce un fenomeno unico al mondo nel racconto delle espressioni culturali dell’area alpina ed europea. È un immenso museo a cielo aperto con una collezione sterminata di incisioni, non solo per numero effettivo, ma anche per ricchezza iconografica ed excursus cronologico.

E la volete sapere la cosa più incredibile? In tutta la Valle Camonica si continuano a trovare rocce incise, destinate a far aumentare ulteriormente questo straordinario catalogo! Molte, già scoperte, aspettano solo di essere studiate e censite dagli archeologi, mentre altre – chissà quante sono? – ancora si nascondono sotto spessi strati di terra e muschio, nel fitto della vegetazione, in qualche piccolo angolo o galassia ancora da esplorare. Non per niente qualcuno ha azzardato che gli incisiori delle rocce camune potessero essere visitatori provenienti da altri mondi…

Ma questa… È un’altra storia.

 

 

Forse ancora non lo sapete, perché si tratta di un fatto abbastanza recente, ma dal 26 luglio 2018 la Valle Camonica, insieme all’area dell’Alto Sebino, gode di un secondo riconoscimento UNESCO: quello di Riserva della Biosfera – MaB (Man and Biosphere).

Abitata da circa 121.000 cittadini, la Riserva si estende per circa 136.000 ettari e, di questi, ben 85.000 sono occupati da aree protette. La Valle racchiude 31 aree protette fra Zone Speciali di Conservazione, Riserve regionali e Parchi naturali – regionali e nazionali – che ospitano specie animali rare e una flora straordinaria, oltre al ghiacciaio dell’Adamello, che è il più vasto d’Italia.

Un patrimonio naturale fra i più grandi ed estesi del Paese, che si integra con quello culturale e artistico rafforzando il valore e l’importanza della Valle Camonica. I parchi archeologici dedicati all’arte rupestre – va da sé – sono letteralmente immersi in questa straordinaria biodiversità.

Un esempio curioso su tutti? La presenza inconsueta, nel Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina, dell’Opuntia humifusa, un piccolo fico d’India che, grazie alla sua esuberante fioritura gialla, all’inizio dell’estate crea un affascinante contrasto con il caratteristico colore scuro delle grandi rocce affioranti.

 

Nella primavera del 1937 nientemeno che il MoMa, il Museum of Modern Art di New York, allestì la mostra Prehistoric rock pictures in Europe and Africa e anche le incisioni rupestri della Valle Camonica, che erano state scoperte solo pochi anni prima, vi trovarono posto e vennero presentate per l’occasione.

La mostra consisteva in 150 pezzi – tutti provenienti dal famoso archivio Frobenius di Francoforte sul Meno – tra fotografie e copie in acquarello di pitture e incisioni rupestri in scala, che davano loro un effetto monumentale. Tali esempi di arte primitiva mostrarono subito evidenti somiglianze con i lavori di artisti contemporanei come Paul Klee, Hans Arp e Joan Miro. Ecco perché, come scrisse Alfred H. Barr Jr. (direttore fondatore del museo) nella prefazione al catalogo della mostra, non era affatto paradossale che un’istituzione dedita principalmente alle ultime novità in campo artistico prestasse tanta attenzione a una delle più antiche espressioni artistiche dell’umanità.

 

valcamonica in “Prehistoric rock pictures in Europe and Africa”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dal 16 giugno al 30 novembre del 1982 il Centro Camuno di Studi Preistorici organizza la grandiosa esposizione I Camuni. Alle radici della Civiltà Europea alla Triennale di Milano, Palazzo dell’Arte, su uno spazio di 3.000 metri quadrati.

Nei due anni successivi alla mostra le aree con arte rupestre della Valle Camonica verranno visitate da circa 200.000 persone.

Il catalogo di quella mostra è ancora oggi acquistabile online.

Qui alcune immagini d’archivio della mostra (filmato senza audio).

 I Camuni / a cura di Ermete Giorgi

 

Negli anni ’30 la Valle Camonica, come altre località, non sfuggì ai tentativi del Terzo Reich di legittimare il concetto di razza ariana, e le incisioni rupestri degli antichi Camuni attirarono l’attenzione dello studioso Franz Altheim, docente di Storia Antica all’Università di Berlino.

Nel 2018 il MuPre – Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica, il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane e il Parco Archeologico Comunale di Seradina e Bedolina organizzarono la mostra fotografica Sguardi – Paesaggio – Rocce incise. La Valle Camonica negli archivi dell’Istituto Frobenius che riportò in Valle Camonica – seppur temporaneamente – le importanti documentazioni fotografiche delle tre missioni condotte da studiosi tedeschi tra il 1935 e il 1937.

Le incisioni rupestri della Valle Camonica

Primo sito Unesco, 180 località sparse su 24 comuni e oltre 12 mila anni di storia: la storia dell’uomo. Il patrimonio di incisioni rupestri sul territorio della Valle Camonica conta circa 300.000 raffigurazioni, numero che, grazie ai continui ritrovamenti, è destinato ad un progressivo aumento.

Valle Camonica Pass Incisioni

È il biglietto unico online per visitare al costo di soli 11 € ben 5 parchi archeologici e il MuPre, il Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica.

Il patrimonio millenario della Valle dei Segni è finalmente visitabile con un biglietto unico acquistabile online: il Valle Camonica Pass Incisioni. Un traguardo che il territorio insegue da decenni e che viene finalmente raggiunto grazie a un’intesa corale tra tutti gli Enti, con la volontà di superare questo momento drammatico con strumenti integrati e innovativi.

Valle Camonica
la Valle dei Segni

la storia più bella del mondo

Progetto vincitore del bando “Il nuovo racconto della Valle dei Segni”, realizzato con il contributo dei fondi L. 77/06 – E.F. 2018

loghi manifesto rupestre 1
loghi manifesto rupestre 2